Quando le terra trema: tutto cambia dopo un terremoto
E' passato più di un anno dal terremoto in Giappone: 11 Marzo 2011, una data che non dimenticherò mai. Era la vigilia del mio compleanno e mi trovavo a Fujioka (a circa un centinaio di chilometri da Fukushima, purtroppo) sperduta nelle campagne giapponesi, con i mei colleghi, seduta nella sala professori della scuola in cui insegnavo inglese. All'improvviso un forte boato, poi tutto trema, cocci ovunque, le urla dei ragazzi in classe...
Quel che successe sconvolse la mia vita, e da allora non c'è stato un giorno in cui non ci abbia pensato su. Non sono mai riuscita davvero a parlarne. All'improvviso avevamo perso tutto. Ci sentivamo su un'auto in corsa pronta a schiantarsi, lanciati in una strada senza ritorno: il terremoto prima, la minaccia nucleare dopo...momenti terribili.
Il ritorno per fortuna c'è stato, ma quei momenti di puro terrore in cui tutto sembrava dover esplodere rimarranno per sempre marchiati a fuoco sulla nostra pelle, come tatuaggi di cui non abbiamo scelto noi il disegno.
In questi giorni il terremoto in Emilia mi ha riportato tra quei ricordi, che all'improvviso mi sembrano - in qualche modo - meno inutili. Ora mi sento piena di amore, umanità e rispetto per le persone che stanno affrontando questa prova durissima, che non hanno scelto e che non si aspettavano di dover fronteggiare. Ecco le foto del fotografo Marco Marzocchi, che raccontano in tempo reale il day after del terremoto nella bassa modenese. Sono stupende e toccanti.
Sono vicina con tutto il cuore a tutti coloro che, in queste ore, stanno vivendo l'inferno. Spero che non si sentano soli in questa tragedia: mando loro non solo la mia donazione, ma anche tutto il mio affetto, la mia energia e il mio buonumore. Spero che ne arrivi loro almeno un po', almeno una briciola.