Vivere di momenti, non abituarsi mai alla bellezza. Emozioni, solitudini, complicità. Pensare in grande, senza vertigini, stupirsi per le piccole cose. Passeggiare in un bosco silenzioso, e scoprire che un cigno s'è perso... Sono gli Haiku di questa primavera inattesa, se vuoi leggerli, clicca qui.
Istanbul in quattordici scatti...più uno
Non è semplice descrivere una città come Istanbul in pochi scatti. Mi hanno chiesto di farlo, in una decina di foto, scattate e commentate da me, in collaborazione con Cosmopolitan. Un progetto che si è trasformato in una sfida a tutti gli effetti: alla fine gli scatti sono diventati quattordici, e vi assicuro che sceglierli è stata un'impresa non da poco. C'è così tanto da mostrare, da dire, da esprimere. Questo è solo un piccolo assaggio!
Quattordici immagini di taglio orizzontale per descrivere i diversi aspetti di Istanbul, le sue malìe e le sue contraddizioni, i suoi colori e i suoi profumi. E' nata così la Gallery apparsa oggi su Cosmopolitan Italia: si chiama Istanbul a tutte le ore. Sono molto affezionata a queste foto, le ho scelte tra mille...tanto che ho pensato di pubblicarle anche qui, con un'aggiunta molto speciale!
Chi conosce Istanbul riconoscerà molti luoghi familiari; chi ancora non la conosce avrà modo di incuriosirsi, farsi trasportare e magari innamorarsi un po'...
Istanbul è una città splendida, a tutte le ore e in tutte le stagioni. La sua è una bellezza cangiante e stratificata, fatta di contrasti, di luci e di ombre. Divisa tra Asia ed Europa ha due anime, o forse due volti: uno moderno, l’altro antico. Indipendenti, eppure indissolubilmente legati. Una meta affascinante per trascorrere i ponti lunghi di fine aprile.
Ecco a voi la mia Istanbul in quindici scatti!
1. Istanbul: sette colli (come Roma e Lisbona), un’unica città costruita tra due continenti a cavallo del Bosforo.
Il punto d’incontro tra Oriente e Occidente.
2. Santa Sofia, con la sua cupola e i suoi mosaici dorati, è un capolavoro architettonico unico al mondo.
Prima chiesa, poi moschea, ora museo.
3. La Basilica Cisterna, negli inferi dell'Impero Romano d'Occidente.
L’atmosfera, quaggiù, è misteriosa e affascinante.
4. Il chay è il tè turco, servito fumante. La bevanda nazionale, indiscutibilmente.
Perfetto mentre si fuma il narghilè o dopo un kebab.
5. Il Bazar delle spezie è il regno dei colori e dei profumi.
Qui ci sono tutte le spezie del mondo e altre delizie, tra cui caviale iraniano, datteri e Turkish Delight.
6. Il Gran Bazar è uno dei più grandi e antichi bazar coperti al mondo.
Un dedalo di viuzze e un tripudio di lanterne, tappeti e stoffe. Una favola (per turisti).
7. Fuori dai circuiti turistici, a un passo dal centro, lo storico quartiere ebraico di Balat è intenso e pittoresco.
8. Di fianco a Balat c'è Fener, l'affascinante quartiere greco.
I suoi edifici fatiscenti e colorati si affacciano sul Corno d’Oro
9. L'altro volto di Istanbul è SALT Galata - la casa dell'arte contemporanea:
un sorprendente museo e spazio espositivo inaugurato da poco, tutto in marmo bianco. Strepitoso.
10. L'inconfondibile Red Nostalgic Tram parte da Taksim, il centro della Istanbul moderna.
Molto fotografato, una vera star.
11. La tradizione va a braccetto con la modernità:
ragazze con il velo e senza, una moltitudine di persone per le vie del centro.
12. Il canto dei muezzin in preghiera è parte del fascino che avvolge Istanbul,
l’imponente Moschea di Solimano uno dei simboli della città.
13. Al tramonto gli occhi si rivolgono al cielo, è l'ora più bella:
appare così la silhouette della torre di Galata, l'antico quartiere italiano.
14. I quartieri di Beyoglu e Nisantası sono il fulcro della vita notturna.
Istiklal Caddessi, grande arteria pedonale circondata da club e localini, non dorme mai.
15. Per la vista più bella sulla città vecchia "by night" si va a Cihangir,
il quartiere bohémien e alternativo, dimora di artisti e creativi.
Chimamanda Adichie: i pericoli di un'unica storia
Chimamanda Ngozi Adichie è una giovane scrittrice di straordinario talento. Ho divorato il suo bellissimo libro Metà di un sole giallo, ambientato nella sanguinosa guerra civile nigeriana; affascinante e terribile, pieno di sfumature e di colore, non parla solo della guerra. Racconta di corpi, di volti e di passioni; di errori e di scelte; racconta storie che animano il cuore di un'Africa che non conosciamo.
Avevo intuito, leggendo il libro, che anche lei, Chimamanda, doveva essere un bel personaggio, una tipa un po' straordinaria. Non mi ero sbagliata. Ho imparato a memoria il suo nome e oggi ho ascoltato questo straordinario discorso da lei tenuto, nel 2009, nelle aule del TED.
Parla dell'importanza di raccontare le storie, e spiega perché un'unica storia non è abbastanza. Non dobbiamo accontentarci: proprio da qui nascono le "caselle" e le "etichette" che tolgono dignità alle persone cui le applichiamo. Le nostre vite, le nostre culture, sono composte di molte storie che si intrecciano. Sentendo una storia unica su un'altra persona o su un'altro paese, rischiamo di cadere in gravi malintesi. Ecco di che cosa sono fatti i pregiudizi, le idee approssimative, gli errori di valutazione riguardo a tutte le culture diverse dalla nostra. Sottoscrivo ogni parola di questo racconto appassionante e sincero.
Solo una scrittrice poteva dirlo così: riappropriamoci del caleidoscopio che illumina le nostre vite, che sono fatte di luci e di ombre. E non accontentiamoci di un'unica storia. Mai.
Solo una scrittrice poteva dirlo così: riappropriamoci del caleidoscopio che illumina le nostre vite, che sono fatte di luci e di ombre. E non accontentiamoci di un'unica storia. Mai.
Qui, il link del discorso con i sottotitoli in italiano.