Pensieri dolci che attraversano la notte. Sono i sogni. Hanno la consistenza dell'acqua, ma sono tiepidi come un bacio. Non hanno colore e sono trasparenti, ci avvolgono come un abbraccio, con i baluginanti riflessi dell'oro. Spesso ci lasciano senza parole, ma poi ci accompagnano al nostro risveglio e ci tengono la mano per tutta la giornata...
Che cos'è scrivere?
Scrivere è un modo per seguire compiutamente l'istinto. Seguirlo senza remore, senza ripensamenti, senza pavidi trucchi. Seguirlo come si segue il ritmo, il tocco della musica. Le parole vanno al loro posto e come in un girotondo richiamano a sé le altre parole, per mano, correlate da alchimie appena percettibili, o del tutto inconsapevoli.
E' una danza.
E' una danza.
Uno dei più antichi segreti giapponesi
Segreti. Antichi rimedi custoditi nel cuore del Giappone tradizionale. Parole sussurrate all’orecchio dei nipoti da nonni anzianissimi, curvi sotto il peso dei loro anni e del loro sapere. Segreti che non conosceremo mai perché rimarranno per sempre nascosti tra mura domestiche, generazione dopo generazione. Uno però, lo conosciamo. Uno dei più antichi e più efficaci.
Non è un amuleto, né la Pietra filosofale: si tratta di un rimedio efficace per molti, se non per tutti, i malanni del corpo. Una vera Panacea. E’ un segreto che si perde nella notte dei tempi, e che ci parla di un albero dai fiori pallidi e profumati, e dei suoi frutti piccoli e asprigni.
Gli Haiku del grigio Autunno
Arriva il freddo. Arriva la pioggia che batte alla finestra, ed è un rumore familiare. Il cinghiale ruzzola nel bosco, perso nella nebbia mattutina. La lucciola ha smarrito la via. Cade una foglia. In riva al mare il canto dei gabbiani saluta un'alba grigia, che profuma di viaggio, di pensieri e di ricordi... Sono gli Haiku del grigio Autunno: se vuoi leggerli, clicca qui.
Indossare l'Autunno
Com'è ardito l'Autunno. Si butta, lui. Mica è timido. Indossa con naturalezza il giallo, l'arancio acceso, il marrone sfumato e il verde petrolio. Mescola i toni rossi con il viola e il porpora. Ci stupisce ogni anno. Wow.
E noi?
Giù con il nero, il grigio, il beige, il bianco... Forse dovremmo imparare dall'Autunno e dai suoi colori, e osare di più!
Mikalojus Konstantinas Čiurlionis: viaggio tra i simboli
Una scoperta
Adoro spulciare tra i banchi degli antiquari e rigattieri della città vecchia, ritrovare piccole glorie dimenticate, artisti e personalità che un tempo erano in auge e ora sono cadute nel dimenticatoio. Ecco la meravigliosa scoperta che ho fatto sfogliando il catalogo di una mostra che si svolse qui a Istanbul nel 1994: La Lituania e l'Art Nouveau ~ simboli e colori in Musisca nell'arte di Mikalojus Konstantinas Čiurlionis. Ehm...chi?
Adoro spulciare tra i banchi degli antiquari e rigattieri della città vecchia, ritrovare piccole glorie dimenticate, artisti e personalità che un tempo erano in auge e ora sono cadute nel dimenticatoio. Ecco la meravigliosa scoperta che ho fatto sfogliando il catalogo di una mostra che si svolse qui a Istanbul nel 1994: La Lituania e l'Art Nouveau ~ simboli e colori in Musisca nell'arte di Mikalojus Konstantinas Čiurlionis. Ehm...chi?
Perché i viaggiatori sono come i clown
Sono un viaggiatore, e faccio collezione di attimi |
Chi si sposta non ha lo spazio per tenere tutto. Tutti i libri che vorrebbe leggere, i vestiti che vorrebbe indossare, le cartoline ricevute o gli orologi a muro che tanto gli piacciono.
Ogni collezionista è per forza stanziale.
L'accumulo è una caratteristica dell'essere umano: mettere via cose, ammonticchiare oggetti o provviste per il futuro, è una cosa che facciamo tutti. Anche gli animali.
Per due motivi.
Uno lo diceva il poeta Quinto Orazio Flacco nelle sue Satire.
perché è più dolce attingere da un grande mucchio
Due, perché sappiamo che l'inverno arriva, e arriva per tutti, e tutti sentiamo di doverci difendere accumulando cose e "riempiendo buche" reali e immaginarie con oggetti che ci fanno sentire, per qualche motivo, più al sicuro.
Ma allora, che cosa collezionano il girovago, il viaggiatore, il giramondo?
Collezionano immagini, sensazioni, musiche. Collezionano sapori, racconti, colori. L'esserci stato e il volerci andare. La vita e la sua varietà, dipinta nei diversi orizzonti e tra le rughe di un volto, quella luce negli occhi che non si può rapire né toccare, e che non appartiene a nessuno se non alla felicità.
Questo si riportano nella tana al loro ritorno - perché una tana ce l'abbiamo tutti! - oltre a qualche gioiello o tesoro: esperienza, momenti e storie.
Un po' come i clown che raccontava Heinrich Böll in Opinioni di un Clown:
Io sono un clown, e faccio collezione di attimi.
La favola di Eyüp: Dame, Principesse e Streghe
In un bel pomeriggio di sole, nel verde e affollato quartiere di Eyüp, c'erano tante dame con il capo avvolto in foulard colorati. Molte offrivano il braccio ai loro cavalieri, e sorridevano; altre, invece, sembravano molto tristi. Alle loro spalle la Grande Moschea del Sultano brillava al sole come una grande lacrima grigia, e la fontana spillava acqua fresca e pulita.